giovedì 31 ottobre 2013

Camerata SERGIO SPINELLI: Presente!


 
 
 
Questa notte si spento il corpo del nostro carissimo Camerata SERGIO SPINELLI (presidente onorario di Destra per Milano, già Volontario nelle Fiamme Bianche della Repubblica Sociale Italiana, tra i fondatori del Movimento Sociale Italiano nella rossa Livorno, dirigente del MSI e della Fiamma Tricolore, consigliere di zona a Milano). Piangiamo lacrime terrene ma il suo spirito, gagliardo e goliarda, di autentico combattente, per l'Onore d'Italia e la Tradizione d'Europa, continuerà a marciare al nostro fianco. Camerata Sergio Spinelli: PRESENTE !
 


 
Ciao SERGIO, mio carissimo amico, camerata e consigliere, per me sei stato come un terzo nonno, mi hai passato il testimone ideale, hai sempre sostenuto le mie scelte politiche ed abbiamo lealmente combattuto, fianco a fianco, dalla stessa parte, quella sicuramente giusta, dell'Onore e della Tradizione: grazie di tutto! Roberto Jonghi Lavarini


 

 
TRADIZIONE dal verbo latino "tradere" che significa consegnare, trasmettere, di generazione in generazione. Nella foto: il "vecchio camerata" Sergio con la piccola Ludovica: terremo sempre accesa la nostra fiamma ideale e sempre alta la nostra gloriosa bandiera!


 
Ciao Sergio, "vecchio fascista", gagliardo e goliarda, ricordandoci del Tua forza e del Tuo sorriso, delle canzoni cantate ogni sacrosanto XXVIII ottobre, con Te al pianoforte,  Ti dedicheremo ancora tanti brindisi, come Ti abbiamo promesso e ci hai insegnato: "A Noi, alla faccia di chi ci vuole male, viva il Duce, il resto è merda!".

mercoledì 30 ottobre 2013

In memoria del paracadutista Giovanni Fossati

 
 
Venerdì 8 Novembre 2013 – ore 18,30
  nei locali di Spazio Ritter a Milano
  (Via Maiocchi, 28)
 Francesco Crippa

  (Presidente della sezione di Monza dell’Associazione Nazionale Paracadutisti d’Italia) 
Claudio Ferrari

  (Bersagliere – Paracadutista)
 presenteranno il volume

 Prigioniero dell’Onore

Memorie del Paracadutista Giovanni Fossati
 Compianto Presidente Onorario dell’ANPdI di Monza


Tradizione Militare Italiana - TMI



XXVIII OTTOBRE 1922 - 2013


martedì 29 ottobre 2013

lunedì 21 ottobre 2013

In ricordo dei Piccoli Martiri di Gorla



20 ottobre 1944: eccidio di Gorla.  "Alle 11 e 20 suona la sirena, ma solo la seconda, non quella che avvertiva per tempo dell'avvistamento degli aerei. Erano 100 bombardieri alleati diretti da Foggia alle fabbriche metalmeccaniche oltre la ferrovia di Greco, la Breda, la Falck, la Marelli. Uno di loro si stacca dal gruppo e sbaglia rotta, un errore di 22 gradi che gli impedisce di sganciare sull'obiettivo. Pur di liberarsi del carico, il pilota americano decide di sganciare dove si trova: sotto di lui vede case e strade, ma sgancia ugualmente. Una bomba centra la scuola di Gorla, le altre a tappeto radono al suolo l'area periferica di Milano che alla fine raccoglie 635 cadaveri". (www.piccolimartiri.it)

venerdì 18 ottobre 2013

Preghiamo la Madonna affinchè benedica la nostra sacrosanta battaglia!

 
MADONNA
del fascio e del manganello


 


In ricordo di Giorgio Pisanò.

Anniversari. Giorgio Pisanò pioniere del revisionismo sulla storia d’Italia

Pubblicato il 17 ottobre 2013 da Giorgio Ballario
Categorie : Cultura Personaggi Ritratti non conformi

giorgio pisanò

Se oggi, a distanza di oltre sessant’anni, è possibile provare a riscrivere un pezzetto di storia italiana, è merito anche di persone come Giorgio Pisanò, giornalista e politico del vecchio Msi, scomparso il 17 ottobre di quindici anni fa. E Giampaolo Pansa, giornalista onesto e coraggioso, l’ha sempre riconosciuto. E’ stato lui, Pansa, a rendere patrimonio collettivo di una nazione una verità storica che in precedenza era stata appannaggio di poche migliaia di italiani ostinati. Ostinati lettori di ostinati piccoli autori storici come Pisanò, che diffondevano quasi clandestinamente le loro opere.
“Il sangue dei vinti”, uscito nel 2003, ha squarciato il velo di omertà che teneva ostaggio un’intera nazione; così come in seguito hanno continuato a fare “Sconosciuto 1945” (2005), “La grande bugia” (2006) e “I gendarmi della memoria” (2007). Ma questi libri fondamentali non sarebbero mai stati scritti se prima non ci fossero state le opere di Pisanò: “Sangue chiama sangue” (1962), “Storia della guerra civile in Italia” (1965) e il più recente “Il triangolo della morte” (1992).
Nato a Ferrara nel 1924, figlio di un funzionario pubblico di origine pugliese, Giorgio Pisanò brucia la “prima” delle sue vite combattendo con l’impeto dei vent’anni la guerra persa della Rsi, prima nella X Mas, poi con le Brigate Nere, infine, dopo il 25 aprile, con gli ultimi sbandati nel ridotto della Valtellina. Arrestato dai partigiani il 28 aprile del 1945 finisce in carcere a Sondrio e poi per un anno e mezzo in un campo di concentramento a Terni. Liberato nel novembre del ’46, è tra i fondatori dell’Msi a Como.
Ma è l’anno successivo che inizia la sua “seconda” vita, quella di giornalista. Lavora al settimanale “Meridiano d’Italia”, poi passa al rotocalco “Oggi”, di Edilio Rusconi, dove comincia a raccogliere materiale e testimonianze sul periodo della guerra civile e sul famoso mistero dell’oro di Dongo. Scrive anche su un altro settimanale Rusconi, “Gente”. Nel 1963 lancia la rivista “XX Secolo”, dove pubblica inchieste scottanti su vari enigmi italiani, fra cui la morte di Mattei. Nel 1968 resuscita e dirige il famoso settimanale “Candido”, fondato da Giovannino Guareschi, che porterà regolarmente in edicola fino al 1992.
L’attività di giornalista si interseca poi con la sua “terza” vita, quella di parlamentare. Nel 1972 viene eletto in Senato nelle file dell’Msi e vi rimarrà per cinque legislature, fino al 1992, partecipando fra l’altro a commissioni delicate come quella di Controllo sulla Rai, la Commissione Antimafia e quella che indagò sulla Loggia P2. Nel ’91, pochi anni dopo la morte di Almirante, lascia l’Msi e fonda un suo partito, Fascismo e Libertà, ricoprendo anche la carica di consigliere comunale a Cortina d’Ampezzo. Nel ’95, dopo la “svolta di Fiuggi”, aderisce al progetto di Pino Rauti per dar vita alla Fiamma Tricolore, partito che abbandonerà presto anche per il peggioramento delle sue condizioni di salute. Muore a Milano il 17 ottobre del 1997 dopo una lunga malattia.
La sua ultima avventura editoriale risale al 1994, quando aveva fondato il mensile “Seconda Repubblica”. Sottotitolo: “Periodico dei fascisti e dei produttori per la democrazia corporativa”. I bersagli erano ben chiari e lo stesso Pisanò li individuava in un’intervista al Corriere della Sera: “Fini e i suoi uomini”. “Sono un giornalista d’ assalto, non un intellettuale – commentava in quella circostanza – La logica, il buon senso e i miei settant’anni mi consigliavano di starmene tranquillo. Ma la logica e il buon senso non hanno mai avuto un ruolo determinante nella mia vita”. Comunque si giudichi l’uomo Giorgio Pisanò e la sua cinquantennale attività politica e giornalistica, è stato un personaggio genuino, disinteressato, che merita un posto nella galleria ideale di chi preferisce cantare “fuori dal coro”.

@barbadilloit

A cura di Giorgio Ballario
 

ONORE e FEDELTA'

 

Lunedì 28 ottobre 2013 - Ore 20.00 - Milano
XXVIII OTTOBRE - MARCIA SU ROMA
Anniversario insieme ad Arditi e Combattenti



 

Venerdì 1 novembre 2013 - Ore 10.00 - Milano
CAMPO X - Cimitero Maggiore - per l'Onore d'Italia
Cerimonia militare e religiosa per i Caduti della RSI



 



 

Il testamento di Priebke: le Fosse Ardeatine colpa dei partigiani comunisti...

Priebke: "Fu una cosa terribile, ma era impossibile rifiutarsi"

On line estratti dell'ultima intervista al capitano delle SS

Priebke: "Fu una cosa terribile, ma era impossibile rifiutarsi"
 
'I gap comunisti sapevano della rappresaglia: volevano che avvenisse per far ribellare la popolazione e per questo commisero l'attentato di via Rasella'
Il video testamento è on-line. Mentre la sua salma si trova tuttora ferma all’aeroporto di Pratica di Mare, dove si attendono gli sviluppi dei contatti diplomatici in corso con l’ambasciata di Germania per il trasferimento nel Paese natale, l’ultima intervista di Erich Priebke è stata diffusa, quanto meno in un suo estratto. È sostanzialmente il racconto di quanto accade al tempo dell’attentato di via Rasella, che produsse la rappresaglia che costò poi all’ufficiale delle SS la condanna per crimini di guerra, poi scontata in Italia, fino al decesso avvenuto nei giorni scorsi.
Nel ripercorrere quella vicenda, Priebke spiega che l’attentato sarebbe stato compiuto apposta dai 'Gap comunisti' per provocare la rappresaglia da parte dei tedeschi e ottenere la rivolta della popolazione. Parlando nell’abitazione romana che gli ha fatto da carcere fino alla morte, l’ormai centenario ufficiale cita Kesselring: “quando ha preso il suo comando in Italia ha fatto mettere sui muri un avviso che spiegava che qualunque attentato contro i tedeschi era punito con la rappresaglia. Il capitano Schultz fu eletto da Kappler come organizzatore della rappresaglia. Lui era già stato in guerra nel fronte contro i russi ed era più abituato alla morte e alle rappresaglie. Per noi, per me e gli altri, era una cosa terribile. Naturalmente non era possibile rifiutarsi: Schultz prima della rappresaglia disse a tutti: questo è un ordine di Hitler che dobbiamo eseguire e chi non vuole farlo meglio che si metta con le altre vittime, perché sarà anche lui fucilato”.
Il video messaggio si conclude mostrando la frase letta da Priebke nel corso dell'udienza del 3 aprile del 1996 davanti al Tribunale militare di Roma. Ecco il testo: “Sento, dal profondo del cuore il bisogno di esprimere le mie condoglianze per il dolore dei parenti delle vittime delle Fosse Ardeatine... Come credente non ho mai dimenticato questo tragico fatto, per me l'ordine di partecipare all'azione fu una grande tragedia intima... Io penso ai morti con venerazione e mi sento unito ai vivi nel loro dolore”.
Il video testamento è on-line. Mentre la sua salma si trova tuttora ferma all’aeroporto di Pratica di Mare, dove si attendono gli sviluppi dei contatti diplomatici in corso con l’ambasciata di Germania per il trasferimento nel Paese natale, l’ultima intervista ad Erich Priebke è stata diffusa, quanto meno in un suo estratto. È sostanzialmente il racconto di quanto accade al tempo dell’attentato di via Rasella, che produsse la rappresaglia che costò poi all’ufficiale delle SS la condanna per crimini di guerra, poi scontata in Italia, fino al decesso avvenuto nei giorni scorsi.

Nel ripercorrere quella vicenda, Priebke spiega che scopo dell’attentato compiuto dai Gap comunisti era quello di provocare la rappresaglia da parte dei tedeschi e ottenere la rivolta della popolazione. Parlando nell’abitazione romana che gli ha fatto da carcere fino alla morte, l’ormai centenario ufficiale cita Kesselring: “quando ha preso il suo comando in Italia ha fatto mettere sui muri un avviso che spiegava che qualunque attentato contro i tedeschi era punito con la rappresaglia. Il capitano Schultz fu eletto da Kappler come organizzatore della rappresaglia. Lui era già stato in guerra nel fronte contro i russi ed era più abituato alla morte e alle rappresaglie. Per noi, per me e gli altri, era una cosa terribile. Naturalmente non era possibile rifiutarsi: Schultz prima della rappresaglia disse a tutti: questo è un ordine di Hitler che dobbiamo eseguire e chi non vuole farlo meglio che si metta con le altre vittime, perché sarà anche lui fucilato”.
Il video messaggio si conclude mostrando la frase letta da Priebke nel corso dell'udienza del 3 aprile del 1996 davanti al Tribunale militare di Roma. Ecco il testo: “Sento, dal profondo del cuore il bisogno di esprimere le mie condoglianze per il dolore dei parenti delle vittime delle Fosse Ardeatine... Come credente non ho mai dimenticato questo tragico fatto, per me l'ordine di partecipare all'azione fu una grande tragedia intima... Io penso ai morti con venerazione e mi sento unito ai vivi nel loro dolore”.

Robert Vignola
 
 
Il video testamento politico e morale:
 

giovedì 17 ottobre 2013

ONORE e FEDELTA'

 
Roberto Jonghi Lavarini ed Oscar Rebughi sulla Tomba del Duce a Predappio. Bisogna andare avanti, senza rinnegare, coerenti con il motto: "il nostro Onore si chiama Fedeltà"!

Conferenza storica allo Spazio Ritter


XMAS in USA...

 
Il leoni della X MAS a New York, invitati ufficialmente per il Columbus Day. La delegazione ufficiale della Associazione Combattenti della Decima Flottiglia Mas era guidata dal presidente Avv. Marò Fabio Masciadri e dal vice presidente Sergio Pogliani.
 

Camerata Benizzi Ferrini: Presente!

 
Oltre mille persone, ieri pomeriggio, hanno partecipato al funerale di BENIZZI FERRINI a Predappio, stringendosi commossi alla moglie Valeria: parenti, amici, compaesani, camerati da tutta Italia, rappresentanti di tutte le sigle politiche della destra sociale italiana (nessuna esclusa). Presente Donna Monica Mussolini (vedova del Comandante Vittorio), la storica Associazione Nazionale Arditi d'Italia, la Fraternità Sacerdotale tradizionalista San Pio X ed una delegazione di Destra per Milano. Camerata Benizzi: Presente!




Priebke: la forza della verità!

 
Pugni, calci e sputi al carro funebre che trasportava la bara con la salma di Priebke! Quella di Albano Laziale non è stata affatto una rivolta popolare ma una indegna gazzarra organizzata dai soliti maledetti comunisti: bestie senza Dio, senza onore e senza pietà!
 
 
Ora Priebke riposa in pace e sarà Dio a giudicarlo. Per noi è solo un soldato tedesco che ha ubbidito agli ordini. Senza l'infame e vigliacco attentato terroristico dei partigiani comunisti in Via Rasella, non ci sarebbe stata alcuna rappresaglia e nessuna decimazione. I martiri delle Fosse Ardeatine sono vittime dei comunisti: questa è la pura e semplice verità storica!
 
 
Di fronte ad una chiesa mondana che dice banalità buoniste per piacere a tutti, vi è ancora chi difende la verità, fregandosene del politicamente corretto. Un GRAZIE è dovuto alla Fraternità tradizionalista SAN PIO X: http://www.sanpiox.it/public/

lunedì 14 ottobre 2013

Camerata BENIZZI FERRINI: Presente!

 
Con le lacrime agli occhi piango e saluto il carissimo amico BENIZZI FERRINI, mitico Camerata di Predappio, morto questa mattina, dopo una lunga ed estenuante malattia, affrontata con grande forza e tenacia!
 
Roberto Jonghi Lavarini con Veronica, Beatrice e Ludovica
e tutti i Militanti di Destra per Milano



 
 

Il testamento politico ideale del Capitano Erich Priebke

Ecco il testamento choc di Priebke: "Fedele al passato e ai miei ideali"

Nell’ultima intervista rilasciata nei giorni a cavallo del suo centesimo compleanno, l'ex SS nega l'Olocausto: "Nei campi le camere a gas non si sono mai trovate"


 
 
"Ho scelto di essere me stesso". Anche nell’ultima intervista rilasciata nei giorni a cavallo del suo centesimo compleanno, Erich Priebke nega l’evidenza dell’Olocausto: "Nei campi le camere a gas non si sono mai trovate, salvo quella costruita a guerra finita dagli americani a Dachau".
 
E rivendica con orgoglio di essere sempre stato coerente con se stesso senza mai negare le proprie azioni. "La fedeltà al proprio passato è qualche cosa che a che fare con le nostre convinzioni - sottolinea l'ex ufficiale delle Schutzstaffeln - si tratta del mio modo di vedere il mondo, i miei ideali e ha a che fare con il senso dell’amor proprio e dell’onore". Sette cartelle di domande e risposte senza alcuno spazio per il pentimento che possono essere lette come una sorta di testamento politico.
Dall'ideale nazista ai campi di concentramento, nelle ultime parole di Priebke rivive tutto il dramma della Seconda guerra mondiale che sconvolse l'umanità macchiando il suolo europeo col sangue di milioni di innocenti. Alla domanda se si sentisse ancora nazista, il capitano delle Ss condannato all’ergastolo per la strage delle Fosse Ardeatine ribadisce "la fedeltà al proprio passato". Un punto fermo che per Prieble ha a che fare con le convinzioni del Nazionasocialismo. "Si tratta del mio modo di vedere il mondo, i miei ideali, quello che per noi tedeschi fu la Weltanschauung ed ancora ha a che fare con il senso dell’amor proprio e dell’onore - spiega - la politica è un’altra questione. Il Nazionasocialismo è scomparso con la sconfitta e oggi non avrebbe comunque nessuna possibilità di tornare". Nella lunga intervista l'ex SS racconta di aver conosciuto personalmente i lager. "L’ultima volta sono stato a Mauthausen nel maggio del 1944 a interrogare il figlio di Badoglio, Mario, per ordine di Himmler - spiega - ho  girato quel campo in lungo e in largo per due giorni. C’erano immense cucine in funzione per gli internati e all’interno anche un bordello per le loro esigenze. Niente camere a gas". Secondo l’ex capitano nazista, a Norimberga sono state inventate un’infinità di accuse. Per quanto riguarda le camere a gas all'interno dei campi di concentramento, per esempio, Priebke resta convinto del fatti che non siano mai state presentate prove a sostegno di tale accusa. "Nei campi i detenuti lavoravano, molti uscivano dal lager per il lavoro e vi facevano ritorno la sera - spiega - il bisogno di forza lavoro durante la guerra è incompatibile con la possibilità che allo stesso tempo in quel punto del campo vi fossero file di persone che andavano alla gasazione". E ancora: "L’attività di una camera a gas è invasiva nell’ambiente, terribilmente pericolosa anche al suo esterno, mortale. L’idea di mandare a morte milioni di persone in questo modo nello stesso luogo dove altri vivono e lavorano è pazzesco". "In quegli anni terribili di guerra, rinchiudere nei lager popolazioni civili che rappresentavano un pericolo per la sicurezza nazionale era una cosa normale", spiega ancora l'ex SS ricordando come, nell’ultimo conflitto mondiale, lo abbiano fatto sia i russi sia gli americani.
Nell'ultima intervista Priebke non pensa nemmeno lontanamente a minimizzare la tragedia dell’Olocausto. "Una tragedia è una tragedia", ammette. Ma pone il problema della verità storica: "I vincitori del secondo conflitto mondiale avevano interesse a che non si dovesse chiedere conto dei loro crimini. Per questo era necessario inventare dei particolari crimini commessi dalla Germania e reclamizzati tanto da presentare i tedeschi come creature del male e tutte le altre sciocchezze: soggetti da romanzo dell’orrore su cui Hollywood ha girato centinaia di film". Una ulteriore prova della "falsificazione", a detta dell'ex SS, sarebbero appunto le foto e i video dei lager. Secondo Priebke, i filmati pprovengono quasi tutti dal campo di Bergen Belsen e furono girate "per motivi propagandistici" quando il campo cadde nelle mani degli alleati. Ma "attraverso una sottocultura storica appositamente creata e divulgata da televisione e cinematografia, si sono manipolate le coscienze lavorando sulle emozioni. In particolare le nuove generazioni, a cominciare dalla scuola, sono state sottoposte al lavaggio del cervello, ossessionate con storie macabre per assoggettarne la libertà di giudizio. Siamo da 70 anni in attesa delle prove dei misfatti contestati al popolo tedesco. Gli storici non hanno trovato un solo documento che riguardasse le camere a gas. Non un ordine scritto, non una relazione, non un rapporto degli addetti". Certo, conclude Priebke, "se un domani si dovessero trovare queste prove, la condanna di cose così orribili, di chi le ha volute e di chi le ha usate per uccidere, dovrebbe essere indiscussa e totale. Ma credo di poterlo escludere con certezza".
 
 
 

venerdì 11 ottobre 2013

XXVIII OTTOBRE – MARCIA SU ROMA

 
XXVIII OTTOBRE – MARCIA SU ROMA

Milano, lunedì 28 ottobre 2013
Anniversario insieme ai Combattenti
ANAI – UNCRSI – XMAS

Contatti, informazioni, adesioni:
http://arditiditalia.com/


Comandante Presente!