La Legione Straniera. Scheda sintetica
La Legione Straniera francese è un corpo militare d'élite dell'esercito
francese. E’ stata fondata dal re Luigi Filippo di Francia il 10 marzo 1831, per la
guerra d’Algeria, dando la possibilità di arruolamento agli stranieri in quel
momento in Francia e consentendolo con una “identità dichiarata”.
Fu trasformata in un’Unità più moderna circa un secolo dopo, dal
generale Paul Frederic Rollet, considerato il “padre della Legione”, dopo
averne comandato un reggimento durante la I Guerra Mondiale.
L'aspirante legionario ha la possibilità di arruolarsi con un'identità
fittizia (“identità dichiarata”), ma non vengono accettati i candidati
ricercati dalle autorità o condannati in passato per reati gravi. La Legione
svolge comunque un’indagine sul passato del candidato.
In linea generale, solo un candidato su otto è accettato tra quelli che,
comunque, hanno già superato una prima scrematura iniziale. Il processo di
incorporamento può durare da due a tre settimane.
La durata della prima ferma è di cinque anni. Può essere prolungata su
richiesta del legionario e se la Legione Straniera acconsente.
Il volontario sottoscrive il contratto di ingaggio come semplice
legionario, indipendentemente da qualsiasi carriera militare abbia svolto nel suo
paese d’origine.
E’ comandata da ufficiali francesi e composta da sottufficiali e
legionari stranieri, o francesi con identità dichiarata di un paese francofono.
Alcuni di essi con particolari meriti possono diventare ufficiali, ma solo
nell’ambito della Legione Straniera. Le Unità sono tutte da combattimento. La
disciplina durante il servizio è severa.
Al termine della ferma un legionario ha la possibilità di diventare
cittadino francese e di riacquistare la sua identità (cosa che può fare anche
durante il servizio, chiedendo la "regolarizzazione della posizione
militare") e di ricevere sostegno nella ricollocazione lavorativa.
Oggi la Legione è comandata da un generale di Divisione ed è composta da
unità di Fanteria, di Cavalleria blindate, di paracadutisti e del Genio. I
legionari possono specializzarsi nel combattimento in montagna, nella giungla o
nel deserto.
Più di 35.000 stranieri al servizio della Francia hanno perduto la vita
per questa patria di adozione che è la Legione. Il suo motto infatti è: “Legio
Patria Nostra”.
Un terzo circa dei volontari proviene dall'Europa Occidentale, tra cui
la Francia, un terzo dai paesi dell'Europa Orientale e un terzo dal resto del
mondo tra cui, principalmente, America latina, Asia, Maghreb, Africa, e Medio
Oriente.
Mi chiamo Danilo Pagliaro e sono marito, padre e
soldato, anzi, legionario. Nella Legione Straniera francese.
Ho
servito la mia patria, l’Italia, per un anno e mezzo nella Marina Militare. Poi
ho lavorato nel commercio e nel settore alberghiero.
Mi
sono trasferito in Francia. Un giorno ho bussato alle porte della Legione
Straniera e loro mi hanno accolto; a patto che servissi “con onore e fedeltà”.
Ho dato la mia parola. Non chiedete la mia motivazione: siamo 8.000 e ognuno ne
ha una diversa.
Sono
stato tra i pochi volontari ad essere arruolato. Poi mi hanno sottoposto a
quattro mesi di addestramento intenso. Ma tanto intenso. Arrivato finalmente al
mio reparto di destinazione, il reggimento di Cavalleria, sono stato ancora
addestrato. Quando ho pensato che finalmente fosse finita sono stato spedito ad
un corso per tecnici delle Trasmissioni. Mi consolai comunque, perché era
destinato a quelli bravi. Terminai primo in graduatoria e il premio fu essere
inviato subito in esercitazione. Sotto la neve.
Da
allora, 23 anni fa, non sono stato molto fermo. Ho visto a Sarajevo atrocità
che non credevo fossero possibili. Anche su questo non fatemi domande. Se uno
preferisce tacere vuol dire che c’è stato per davvero. Ho visto l’Africa, in
lungo e in largo. E gli oceani. Ho perduto una moglie, che della parola data
aveva un concetto diverso, ma ne ho trovata un’altra che mi ha seguito ovunque.
E ho trovato un’altra famiglia: la Legione Straniera.
Per
rimanerci dentro e, soprattutto, essere accettati, bisogna lavorare sodo. E
questa è una garanzia per tutti. Perché se sei vivo o se le tue condizioni di
vita si accomodano, è per il lavoro che gli altri sono disposti a fare, per i
sacrifici che i tuoi camerati sostengono. Così ognuno è la migliore garanzia
per tutti gli altri. Simul stabunt, simul
cadent. E sempre così nasce un vincolo che va oltre l’amicizia. Lo
riconosce anche la Francia, che ci considera francesi non per il sangue
ricevuto, ma per quello versato. E questo è un formidabile criterio di
giudizio. Qui le chiacchiere stanno a zero, le raccomandazioni non albergano.
Va avanti chi merita.
Nella
Legione Straniera si respira umanità, la vedi, la tocchi. Certo non siamo tutti
dei chierichetti, c’è anche qualche bel figlio di buona donna, ma sono i
migliori figli di buona donna che io conosca. E la famiglia Legione mi ha
consentito di avere ancora la famiglia Pagliaro.
Un
giorno mi chiamarono e mi dissero che mia mamma non c’era più. Avrei voluto essere
al funerale, ma non potevo. Io appartenevo alla Legione e in quel momento la
Legione non lo prevedeva. Fu un ufficiale della Legione, però, a metter su un
trucco che mi consentì di andare. Se fossi stato scoperto l’avrei scontata. Anche
cara. Ma l’avrei accettato. Ogni giorno qui si respira questo contrasto: di
disciplina e pietà umana. Perché questo è un posto per uomini e come tale vieni
trattato: chi sbaglia paga. Ma le decisioni sono prese ugualmente da uomini,
che hanno patito, sofferto, amato. E questo rende la Legione Straniera un posto
tanto speciale. Sia chiaro, niente filosofia o romanticismi. E’ solo vita. Su
questo ho scritto un libro. Non perché volessi parlare di me, ma per far sapere
a tutti come stanno le cose. E forse non mi fermerò qui…