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domenica 26 agosto 2012
ETTORE MUTI
24 Agosto 1943 – In ricordo di Ettore Muti.
Nacque a Ravenna il 22 maggio del 1902, figlio di una casalinga e di un impiegato dell’anagrafe, all’età di tredici fu espulso da tutte le scuole del Regno per aver colpito a pugni un professore. Non si scompone molto per questa sanzione ed a quattordici anni fuggì di casa per arruolarsi come volontario nella Prima Guerra Mondiale, ma i carabinieri lo respinsero. L’anno seguente ritentò, riuscendo ad entrare negli Arditi.
Al fronte si distinse per l’audacia e le imprese spericolate compiute. Si rese famoso quando il reparto di ottocento uomini al quale apparteneva fu mandato a formare una testa di ponte sulla riva di un fiume da attraversare, il gruppo riuscì nell’impresa ma, all’arrivo dei rinforzi, degli ottocento uomini iniziali rimasero soltanto ventitre, tra i quali Ettore Muti. Fu perciò proposto per la Medaglia d’Oro al Valor Militare, ma Ettore Muti rifiutò poiché sotto falso nome in quanto minorenne. I superiori insospettiti lo rispediranno a casa dopo averne verificato la vera identità. Gabriele D’Annunzio coniò per lui l’appellativo di «Gim dagli occhi verdi» durante l’Impresa di Fiume, alla quale Ettore Muti partecipò con entusiasmo. Durante l’esperienza fiumana incontrò Benito Mussolini, del quale rimane subito affascinato. Rientrato da Fiume, Ettore Muti entrò a far parte dei Fasci di Combattimento, comandando diverse azioni e subendo alcuni arresti. Il 29 ottobre del 1922 fu alla testa dei fascisti che occuparono la Prefettura di Ravenna, durante le operazioni svoltesi sul territorio nazionale contemporaneamente alla Marcia su Roma. Con l’istituzionalizzazione delle squadre d’azione, Ettore Muti iniziò la carriera nella Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale, corpo creato per inquadrare le squadre fasciste. Nel 1923 fu comandante della coorte di Ravenna e nel 1925 divenne Console. La sua vita fu sempre spensierata ed irrequieta: organizzava feste, frequentava belle donne, guidava auto sportive, sfrecciava con la sua Harley Davidson nelle campagne romagnole e romane. Nel settembre 1926 si sposò con Fernanda Mazzotti, figlia di un banchiere. Nel 1929 nacque l’unica figlia, Diana. Il 13 settembre del 1927 Ettore Muti subì un attentato nella piazza principale di Ravenna. Un bracciante, Lorenzo Massaroli, gli sparò due volte al braccio e all’inguine. L’attentatore fu ucciso sul posto dal federale Renzo Morigi. Dopo una degenza in ospedale, Ettore Muti, fu trasferito a Trieste dove comandò la terza legione della milizia portuale e conobbe il Duca Amedeo d’Aosta, che lo convinse ad entrare nella neonata Regia Aeronautica. Non integrandosi perfettamente a Trieste ed entusiasmatosi per la nuova avventura, accettò l’offerta di buon grado. L’arma azzurra fu la svolta decisiva. Ettore Muti si appassionò subito del volo e, pur di entrare in aeronautica, accettò il declassamento al grado di Tenente. Durante la guerra d’Etiopia si mise subito in luce, nonostante l’assenza di aviazione avversaria, ricevendo due Medaglie d’Argento. Nelle fasi finali del conflitto entrò nella squadriglia Disperata con Galeazzo Ciano, Roberto Farinacci ed Alessandro Pavolini. Nel 1936 tornò in Italia accolto da eroe, ma partì nuovamente poco dopo per partecipare, con lo pseudonimo di “Gim Valeri”, alla Guerra di Spagna. Nel conflitto guidò la sua squadriglia bombardando i porti delle città controllate dai repubblicani. Per queste missioni fu decorato con varie Medaglie d’Argento e, nel 1938, con una Medaglia d’Oro. Dalla Spagna tornò con il soprannome di battaglia di “Cid alato” e con l’ulteriore onorificenza dell’Ordine Militare di Savoia. Nel 1939 partecipò all’Invasione dell’Albania al comando di truppe motorizzate e lì, nonostante la scarsa opposizione, ricevette un’altra Medaglia che ottenendo la definizione di “il più bel petto d’Italia”. Tornato dall’Albania, divenne, su proposta di Galeazzo Ciano, Segretario del Partito Nazionale Fascista. In quella veste, pur godendo di grandi poteri, non si trovò a suo agio e fu inviato al fronte con il grado di Tenente Colonnello. Combatté prima in Francia e poi nei cieli d’Inghilterra con grande valore. Nell’estate del 1943 entrò nel piccolo Servizio Informazioni Aeronautica, un servizio segreto militare interno all’arma. Il 25 luglio, giorno della caduta di Benito Mussolini, Ettore Muti si trovava in Spagna per cercare di recuperare per conto del Servizio Informazioni Aeronautica un radar da un aereo americano precipitato. Rientrò a Roma il 27 luglio per ritirarsi in una villetta presa in affitto a Fregene, in via della Palombina dodici. Il 10 agosto un rapporto dei carabinieri inviato a Badoglio indicava in Ettore Muti il comandante o almeno uno dei partecipanti ad un progetto di insurrezione per la restituzione a Benito Mussolini della guida della nazione. La notte tra il 23 e il 24 agosto del 1943 il Tenente dei carabinieri Taddei si presentò presso la dimora Muti con una decina di uomini per l’arresto. Durante il trasporto in caserma, dal bosco furono sparati alcuni colpi di fucile colpendo a morte proprio Ettore Muti. L’episodio non fu mai chiarito e nemmeno chi sparò. Cosa strana l’unico ad essere raggiunto dai colpi fu Ettore Muti, il cui berretto, recuperato dalla famiglia, recava due fori di proiettile sparati a distanza ravvicinata: uno sulla parte posteriore, in corrispondenza della nuca, l’altro davanti, che attraversa la visiera. Diverse altre circostanze confermarono la tesi dell’esecuzione politica del personaggio scomodo, definito da Badoglio “una minaccia” in una lettera spedita poco prima, il 20 agosto del 1943, al Capo della Polizia Carmine Senise. Badoglio ammise di aver scritto il biglietto, ma sostenne che non fu mai recapitato. Dopo l’armistizio la figura di Ettore Muti fu ampiamente celebrata nella Repubblica Sociale Italiana e a lui furono intitolate: la Squadra di Bombardamento Ettore Muti, reparto dell’Aviazione Nazionale Repubblicana, che effettuò solo una limitata attività addestrativa; il battaglione Ettore Muti della Brigata Nera Mobile Achille Corrao, nel ravennate e infine la Legione Autonoma Mobile Ettore Muti, corpo costituitosi a Milano il 14 settembre del 1943 e impegnato principalmente in attività di repressione della Resistenza partigiana. Fu seppellito nel cimitero di Ravenna. Ancora oggi Ettore Muti detiene il record mondiale di ore di volo in guerra e quello italiano per le medaglie conquistate in azioni di guerra.
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